Appunti sulla Thyssenkrupp: l’incendio, il processo e la sicurezza mancata

Il 24 aprile 2014 è stata emanata la sentenza della Corte di Cassazione relativa all’incendio della Thyssenkrupp che conferma le responsabilità ma annulla le condanne con rinvio ad un nuovo dibattimento per ridefinire le pene.

Torno dunque ad occuparmi giornalisticamente per l’ennesima volta della vicenda Thyssenkrupp. La ricerca di fonti attendibili. La lettura dei primi commenti. Un articolo di presentazione e di riepilogo. Qualche domanda a cui dare qualche risposta. Una nuova intervista al sostituto procuratore Raffaele Guariniello.

Torno ad occuparmi del processo Thyssenkrupp e lo fanno gli altri cento media che normalmente sono impermeabili alle notizie sulla sicurezza. Perché parlare molto dell’incendio del 6 dicembre 2007 alla Thyssen appare purtroppo il miglior modo che hanno molti media di non soffermarsi sui mille morti che ci sono ogni anno in Italia. Di non soffermarsi sulle 700 mila denunce di infortuni, sugli incidenti non denunciati. Di non sentirsi obbligati a ospitare una rubrica che parli magari non di incidenti, ma anche solo di prevenzione.

Torno ad occuparmene perché non si può e non si deve tacere.

Non solo perché i sette operai morti a Torino hanno diritto ad avere giustizia, ma perché il nome Thyssenkrupp è sì il simbolo di una battaglia per chiedere più sicurezza nei luoghi di lavoro, ma è ancora di più. È il simbolo di qualcosa che nelle aziende, in molte aziende, non funziona in materia di sicurezza.

La sentenza della Corte di Cassazione riguardo all’incidente del 6 dicembre conferma “l’inefficienza e l’inidoneità dei meccanismi di emergenza dello stabilimento a svolgere le loro funzioni”, la situazione di degrado (“la pulizia non era accurata mentre è importante che in strutture di questo tipo sia rimossa la presenza di materiale infiammabile”). Ricorda che dopo l’incidente “gli ispettori della Asl rilevarono ben 116 violazioni” relative alla sicurezza e che quando gli operai tentarono di intervenire sulle fiamme “il primo estintore risultò non funzionante, venne poi srotolata una manichetta antincendi ma l’apparato di spegnimento non funzionò per la mancanza di pressione”, che “anche l’operazione di allarme risultò farraginosa e impossibile” e “i mezzi di soccorso ebbero difficoltà a entrare nello stabilimento”.

E nella intervista Raffaele Guariniello ribadisce, come confermato ormai anche dalla Cassazione, che questo scempio di sicurezza non era un evento episodico: “costituiva il frutto di una politica aziendale della sicurezza addebitabile al vertice supremo dell’impresa”. È questa frase, al di là delle polemiche sulle pene da rideterminare, che deve arrivare alle nostre coscienze.

Da anni si racconta la carenza di sicurezza sul lavoro spiegandola con la mancata consapevolezza dei singoli lavoratori e con le difficoltà delle aziende italiane, specialmente le piccole, nel uniformarsi alle richieste molteplici della normativa in materia di sicurezza. E da anni uno dei principali strumenti per la prevenzione è diventato la semplificazione delle norme.

Ma le vicende della Thyssenkrupp dicono altro. Non si parla di una piccola azienda. Di una micro impresa che deve giostrarsi con poche risorse tra un’economia zoppicante e una burocrazia esigente. Si parla di quella che dovrebbe essere la punta di diamante della prevenzione: la grande azienda, che ha le risorse, il personale, le competenze, l’organizzazione per adempiere alla normativa ed evitare incidenti come quello di Torino.

La nostra coscienza dovrebbe essere turbata. E dovremmo ragionare forse meno in termini di pene, ma capire perché ciò accade. Come impedirlo. Come portare il tema della “responsabilità sociale d’impresa” nelle aziende.

Per chi volesse cercare di comprendere di più, di analizzare una volta ancora tutto quanto è avvenuto intorno all’incidente del 6 dicembre 2007 alla Thyssenkrupp, riporto brevemente quanto il giornale online “PuntoSicuro” ha pubblicato in questi anni.

 

L’incidente:

Torino: incendio all’acciaieria ThyssenKrupp

Si aggrava il bilancio dell’incendio all’acciaieria ThyssenKrupp di Torino

Muore anche il settimo operaio gravemente ferito nell’incendio alla ThyssenKrupp

Un documentario sull’incendio alla ThyssenKrupp

 

Le riflessioni sull’incidente e sulla prevenzione:

Una pagina di approfondimento sull’incidente alla ThyssenKrupp

Sicurezza sul lavoro: la lezione di Torino

Infortunio Thyssenkrupp: indicazioni per la prevenzione

Dopo l’incidente all’acciaieria ThyssenKrupp: riflessioni sulla sicurezza sul lavoro

Intervista a Dario Domenighini, fornitore delle attrezzature antincendio alla ThyssenKrupp

Incendio alla ThyssenKrupp: gli atti della commissione di inchiesta

Incendio alla ThyssenKrupp: un video per capire

Indennizzo per infortunio solo alle vedove Thyssen legalmente coniugate

 

Il primo processo, le indagini, il pool della Procura di Torino:

Thyssen: omicidio volontario e strategia per influenzare il processo

Tempi rapidi per le indagini sull’incendio alla Thyssenkrupp

Accertamenti ASL e indagini della procura: probabile una chiusura degli stabilimenti della ThyssenKrupp di Torino

Incendio alla ThyssenKrupp di Torino: rinviati a giudizio i sei indagati

Un verdetto storico nella sicurezza

La sentenza ThyssenKrupp: il ruolo del RSPP

ThyssenKrupp: sentenza epocale e monito per tutti i vertici aziendali

Il pool del pm Guariniello e i suoi 30 mila processi in 40 anni

 

Le riflessioni sulla prima sentenza:

Conseguenze presenti e future della sentenza Thyssen (intervista di PuntoSicuro al magistrato Bruno Giordano per far luce sugli aspetti che rendono importante la sentenza del Tribunale di Torino);

ThyssenKrupp: il dolo eventuale e la confisca del profitto

Sentenza Thyssen: dolo eventuale e sicurezza sul lavoro

L’Organismo di Vigilanza 231: legge di stabilità e sentenza Thyssen

Idoneità dei modelli 231 e sentenza Thyssen

RSPP Thyssen: la condanna e la qualificazione come dirigente di fatto

La sentenza Thyssenkrupp e le conseguenze sulla prevenzione

 

La sentenza della Corte d’Appello:

Sentenza Thyssen: da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo

Thyssenkrupp: le motivazioni della sentenza d’appello

Raffaele Guariniello: un commento su Thyssenkrupp e Darwin

 

La sentenza della Corte di Cassazione:

Thyssenkrupp: le pene sono da rideterminare

Thyssen: accertata la colpa cosciente e il carcere è certo

Guariniello: la sentenza Thyssenkrupp e il futuro del dolo eventuale (è l’ultima intervista fatta al sostituto procuratore Raffaele Guariniello che affronta anche il delicato tema dei cambiamenti nella giurisprudenza relativamente al riconoscimento del dolo eventuale)

Tiziano Menduto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *